Un anno di RUA, ecco a che punto siamo

Il Registro Unico delle Autoesclusioni, il RUA, compie un anno ed è il momento di tirare una prima somma della sua attività. Presentato dagli esperti come una nuova opportunità per i giocatori italiani che soffrono di dipendenza dal gioco d’azzardo, lo strumento permette di autoescludersi da tutti gli operatori autorizzati facenti parti del mercato regolamentato dei casinò AAMS.

Per accedervi è infatti necessario compilare un modulo online, disponibile sul portale dell’Agenzia delle dogane e dei Monopoli o sui siti degli operatori di gioco, attraverso cui richiedere l’autoesclusione da tutte le piattaforme di gambling. Un provvedimento che rende più veloce e comoda la procedura, che in precedenza valeva soltanto per il singolo sito a cui era inoltrata. E per aggirarla bastava semplicemente aprire un nuovo conto di gioco presso qualsiasi altro operatore.

Adesso invece, una volta ricevuta la richiesta, l’operatore online dovrà chiudere l’account del giocatore in maniera istantanea e inviare la notifica al RUA, in modo tale da procedere all’esclusione automatica da tutti i siti di gioco autorizzati sul territorio nazionale. Si può scegliere di essere tagliati fuori per tempo prefissato oppure a tempo indeterminato.

Si cerca così di fare qualcosa sul piano della dipendenza verso quello che, in gergo, prende il nome di “gioco problematico”. Un comportamento che arreca danni all’esistenza, all’esperienza lavorativa, al benessere della singola persona e della sua famiglia. Dal 1980 il gioco patologico è considerato infatti disturbo psichico indipendente nei sistemi di classificazione internazionali DSM e ICD. Un comportamento persistente e ricorrente, spesso progressivo, difficile da gestire e da riconoscere. Per questo diventa fondamentale l’autocontrollo e l’autotutela, soprattutto tramite kit di auto-aiuto, come quello ideato dalla Harvard Medical School faculty che tramite un test online offre supporto e analisi dettagliata del comportamento di gioco.

Una dipendenza in forte crescita, che anche il Registro Unico delle Autoesclusioni mira a combattere. Nel 2017 infatti sono state 56 mila le persone che hanno chiesto la cancellazione, facendo registrare una crescita di circa 6 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Secondo il report sull’industria italiana di gioco, effettuato dall’Osservatorio del gioco online del Politecnico di Milano, nel 2017 erano 3.7 milioni i giocatori registrati su siti autorizzati AAMS. Sono invece 2.2 milioni gli italiani che hanno effettuato almeno una giocata online, ben +22% rispetto al 2016.

I ricercatori Marco Planzi e Samuele Fraternali hanno stilato anche l’identikit del giocatore italiano medio: prevalentemente uomo, residente nel Centro-Sud, di età compresa tra 25 e 44 anni, attivo soprattutto su smartphone. Un bacino incredibilmente enorme, che allarga così i casi di ludopatia. Un mercato in costante crescita, con un giro d’affari, nel 2017, di 1.38 miliardi di euro, ancora in crescita rispetto al 2016 di ben 34 punti percentuali.

 

Redazione

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