Anche il mondo del gioco deve fare i conti con il grande fenomeno, o grande male, del nostro tempo: le fake news.

Dalla politica allo sport, dall’economia alla sanità, fino all’universo dell’internet, dell’ambiente e addirittura del gambling: notizie inventate a tavolino influiscono, cambiano, modificano sensazioni e prospettive, giocando un ruolo chiave nelle decisioni prese a carattere istituzionale e anche nell’immagine che di un determinato argomento si crea la popolazione.

Per spiegare questo fenomeno apriamo una piccola parentesi e facciamo un salto nel passato. Lo storico e militare francese Marc Bloch, riflettendo sulle due guerre mondiali e i relativi movimenti politici, diceva cheUna falsa notizia è solo apparentemente fortuita, o meglio, tutto ciò che vi è di fortuito è l’incidente iniziale che fa scattare l’immaginazione; ma questo procedimento ha luogo solo perché le immaginazioni sono già preparate e in silenzioso fermento”. Diceva questo nel suo libro “La guerra e le false notizie”, opera e parole che appartengono ormai allo scorso millennio ma che suonano incredibilmente attuali ai nostri giorni.

Abbiamo ancora tutti davanti agli occhi le invenzioni sulla magnitudo modificata dei terremoti, i complotti sovra nazionali o cose simili. E così il mondo del gambling, dove le lobby dell’azzardo hanno evaso quasi 100 miliardi di euro, dove l’80% delle persone che ha visto uno spot sul gioco sono finite sul lastrico, che la pubblicità deve essere eliminata e sarà fatto. “Tutte invenzioni, – commentano gli analisti di Giochi di Slots -, che proveremo a smontare insieme“.

Fake News: “Le lobby degli evasori”

La prima regola delle fake news è quella di individuare il colpevole in una non meglio rappresentata e definibile élite, un gruppo elevato, dai contorni difficili, non identificabile. La lobby risponde alla perfezione a questa richiesta e unirla ad una somma di denaro spropositata può rivelarsi una mossa vincente. Ecco allora la notizia falsa perfetta: “la lobby delle slot ha rubato allo Stato 98 miliardi di euro“.

Come tutte le fake news si parte, ovviamente, da una base di verità che in questo caso consiste in un’inchiesta della Guardia di Finanza che scoprì, nel 2006, migliaia di apparecchi non collegati alla rete telematica dei Monopoli di Stato. La Corte dei Conti sulla base di questi numeri fece un calcolo della cifra sottratta all’erario identificando il danno in circa 89 miliardi. Dieci in meno di quelli inventati e dati che risalgono al Medio Evo del gaming, difatti il gioco illegale attualmente sembra muovere 20 miliardi di euro, secondo le ultime stime della Guardia di Finanza.

Le indagini poi sono andate avanti e hanno accertato come il deficit sofferto dalle casse statali fosse quantificabile in 2.5 miliardi di euro, qualcosa come trentasei volte in meno rispetto alla storia inventata. “Per quanto ho saputo in seguito dal Procuratore Marco Smiroldo, gli accertamenti riguardanti il danno erariale per la presunta mancata riscossione del prelievo e del canone concessorio eseguiti dal Nucleo della GdF si sono conclusi evidenziando l’assenza di danno erariale”, così ha dichiarato Rapetto, ex colonello della Guardia di Finanza a capo dell’operazione in questione.

Gli Spot influenzano i giovani

La seconda notizia inventata tira in ballo altri due concetti guida delle fake news: le statistiche e le fasce di popolazioni più deboli. Ecco allora che “l’80% dei giovani è finito nella rete dell’azzardo dopo aver visto uno spot pubblicitario in tv“. A sdoganare questa informazione palesemente falsa è stata direttamente il Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, firmatario e promotore di quel Decreto Dignità che ha poi portato alla cancellazione delle pubblicità per il mondo del gambling. I numeri ufficiali, però, sono molto diversi.

Stando a quanto si legge nel Rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità, pubblicato nell’ottobre 2018, solo il 19,3% dei giocatori che ha visto una pubblicità legata al gioco ha poi scelto di giocarvi. Il restante 80,7% dichiara invece di non aver scelto di giocare in base alla pubblicità.

Addio pubblicità del gioco

L’altra, ultima, grande fake news che gira in rete è quella legata all’addio, definitivo, della pubblicità dal prossimo 10 agosto. Una notizia ancora una volta portata avanti e fomentata da Luigi Di Maio che ha affermato di voler mantenere “quello che abbiamo promesso”. In realtà il divieto è entrato in vigore lo scorso 14 luglio e la data di agosto è stata confusa con quella di approvazione del Decreto Dignità, del 7 agosto 2018, con 155 voti favorevoli, 125 contrari e 1 astenuto.

L’unica cosa vera è che lo stop alle pubblicità porterà grandi sconvolgimenti dal punto di vista economico soprattutto nel Bilancio dello Stato, che quantifica in circa 550 milioni di euro la perdita prevista di gettito dai giochi nel triennio 2019-2021. A soffrire è soprattutto il mondo del calcio, che vedrà una perdita di oltre 200 milioni in totale. Quei capitali andranno a finire in campionati come La Liga spagnola o la Premier League inglese. Che cresceranno ancora di più, a discapito dell’Italia.